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Nella Primavera del 2019 siamo stati incaricati di curare la riconfigurazione degli spazi di ingresso di questo edificio al centro di Milano.

Il fronte principale del fabbricato sorge su Via Dante ma l’ingresso ai piani superiori avviene dalla più intima Via Rovello, a pochi metri dal Piccolo Teatro Grassi.

Negli anni 2005-2007, questo spazio era stato oggetto di una profonda trasformazione, parte del più ampio progetto di ristrutturazione dell’intero edificio.

I lavori comprendevano la costruzione nel cortile interno di un nuovo volume in acciaio e vetro a copertura del percorso che conduce dal portone di ingresso alle scale interne e la realizzazione di una torre ascensore. Quest’ultima si propone come un corpo autonomo agganciato alla facciata interna dell’edificio. L’intervento di quegli anni annoverava, poi, la creazione di un piccolo locale per la raccolta della posta, la pavimentazione degli stessi spazi con delle lastre in beola fiammata ed il rivestimento delle pareti dell’androne originale in marmo di Carrara.

Quest’ultimo artificio materico non risolveva, tuttavia, in maniera completa il salto di scala dall’androne originale, alto circa 4,5 metri, al nuovo atrio, alto meno di 3 metri, lasciando, nel complesso, un senso di discontinuità tra le parti.

Nel 2020, l’arrivo di nuovi inquilini ai piani nobili dell’edificio e la richiesta di questi ultimi di un’immagine più attuale degli spazi si sono trasformati nell’opportunità per lavorare su questa criticità e sulla discontinuità generale degli ambienti al piano terra.

Il progetto di riconfigurazione degli spazi di ingresso del fabbricato lavora alla ricucitura spaziale delle parti che lo compongono: da un lato l’androne originale ed il nuovo atrio, dall’altro la facciata su Via Rovello ed il cortile interno.

Su queste premesse, il salto di scala tra le parti è stato risolto servendosi di un dispositivo architettonico tipico dell’edilizia storica milanese: un cassettonato ligneo, dall’immagine volutamente astratta, strategicamente posizionato a coronamento dell’androne originale di cui ne riduce l’altezza. L’immagine di questo oggetto, intenzionalmente rispettosa del contesto storico, è, da un lato, arricchita dal disegno del giunto che nell’incrocio tra le travi rivela la sua anima in legno e, dall’altro, enfatizzata dai nuovi corpi di illuminazione a soffitto la cui luce sottolinea la massa del cassettonato ed accompagna la transizione dall’esterno all’interno.

La ripetizione di questo dispositivo a ridosso della copertura vetrata del nuovo atrio diviene, poi, lo strumento per restituire continuità all’androne originario ed ai volumi più recenti.

Il progetto prosegue con la demolizione del volume per la raccolta della posta e la ricostruzione della porzione di facciata in bugnato da questo occupata ed inglobata nel nuovo atrio. L’intervento non pregiudica l’accesso agli spazi tecnici retrostanti che è garantito da una porta pivotante rivestita in muratura bugnata, completamente mimetizzata nella facciata interna. Il passaggio al corpo scale condominiale è accompagnato dal nuovo sistema di illuminazione a soffitto che da un lato scandisce il percorso e dall’altro sottolinea i suoi elementi architettonici.

Al contempo, l’introduzione strategica di nuovi elementi di arredo rafforza l’asse di penetrazione dalla strada urbana.

Lo sguardo dei passanti che fanno capolino da Via Rovello, infatti, incontra il nuovo banco reception, un elemento a cui fanno da contrappunto, sul cortile interno, le nuove fioriere in calcestruzzo.

Il banco è stato pensato come un elemento caldo, rivestito in legno di olmo e caratterizzato da una bancalina in legno laccato la cui superficie scavata, da un lato, respinge gli sguardi dei visitatori, dall’altro, anticipa con il suo colore verde intenso la presenza, sul retro, della natura-naturale delle nuove fioriere.

Queste ultime, nel collegare la prospettiva assiale da Via Rovello con il cortile interno, sono pensate come una coppia che si bilancia ed offre, nella maggiore delle due, la possibilità di una sosta dalla routine lavorativa degli uffici e delle attività commerciali che vi si affacciano.

Il progetto si conclude sul fronte opposto con il disegno delle nuove lanterne il cui stelo volutamente morbido ricorda il carattere liberty dell’edificio e la cui presenza sottolinea l’asse di penetrazione dalla strada.

Fanno da corollario all’intervento le targhe in ottone a protezione del portone ed a supporto del citofono.

 

 

 

 

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